lunedì 4 luglio 2011

Carabinieri ed Avvocati corrotti ad Albisola (SV)

Carabinieri ed Avvocati corrotti ad Albisola Superiore (SV)



Pubblichiamo tal quale, così come ci è pervenuta, questa lettera; i dati del denunciante, sono al fondo.

La Denuncia, da quanto si disprende dalla stessa, riguarda soprusi ed abusi di potere subiti da un cittadino, protratte da parte di appartenenti all'Arma dei carabinieri di Albisola (SV) in combutta con due Avvocati (truffe, seguite da minacce).

Si tratterebbe di una Causa persa; resta tutt'ora in corso cioè, solo quella fatta ai danni dei due Avvocati citati, al loro Ordine di appartenenza.

Il Denunciante chiede Aiuto.
Chiunque possa proporzionarglielo, è pregato di rispondere a quest'ennesimo Appello.

Denunce In Rete -

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Questo documento è nato per denunciare ai Consigli dell'Ordine degli Avvocati di Savona e di Genova,

https://docs.google.com/document/d/1V7jTzeJhB4-jWPwQyKBo9CgEQvybb56XTZhg5fEVdks/edit?hl=it


come indicato nella mia comunicazione dell'Ottobre 2010 al Consiglio di Savona,
gli avvocati Luciano Chiarenza e Massimiliano Giugurta
,

i quali, "attraverso commissioni ed omissioni, in palese e determinata violazione del Codice di Deontologia dell'Ordine Forense nonché del Codice Penale" in qualità di miei patrocinatori ed abusando della fiducia di cui, come tali, erano destinatari, mi avevano "volontariamente, gravemente danneggiato e peggio."

Stilandolo mi sono reso conto che non potevo non collegare all'infedeltà dei due legali, infedeltà altrettanto apparentemente inspiegabili da parte di un'altra coppia di persone che avevano anch'esse dovuto ricorrere alla violazione del codice penale, dei miei diritti costituzionali, dei miei diritti civili.

Altro particolare in comune è il fatto che vi sia stato un unico beneficiario della "revoca" dei miei diritti sia per l'azione dei due legali, sia per l'azione degli altri.

Non da ora mi sono accorto di tali affinità e finora pensavo, male, che sarei arrivato ad avere ragione dei maramaldi attraverso un'azione metodica ma mi sono accorto di quanto ciò sia superiore alle mie forze.

Sono arrivato perciò alla determinazione di stilare un documento "comune" per tutte le sedi di denuncia, con lettere di accompagnamento diverse.

Di rinunciare senza reclamare, neanche a parlarne: una persona aggredita di notte per strada prova l'impulso di urlare, e non si cura di turbare il sonno di alcuno, tantomeno lo trattiene il pensiero della possibilità che nessuno possa udirlo, anzi più tempo trascorre dalla richiesta d'aiuto senza alcun intervento più l'aggredito urla, e più forte. Così sono io, vittima di violenza giornaliera da ormai sette anni.


I rei:

la beneficiaria è tale Mariateresa Lupano, nata a Torino il 22 dicembre 1951


la prima coppia, in ordine di tempo, è composta da:


-Andrea Giordano, nel 2004 vice brigadiere alla Stazione Carabinieri di Albisola Superiore

-Salvatore Napoli, nel 2004 ed anche in seguito Maresciallo Comandante della stessa Stazione


la seconda coppia, è composta dai nominati:

- Luciano Chiarenza e Massimiliano Giugurta


I fatti,

per quanto possibile, sinteticamente:


la Lupano nel 2001, dico ex post perché allora per me era un'amica, si intrufolò in casa mia e con essa la di lei figlia Roberta Bordino nata a Pinerolo il 16 marzo 1982.

Nell'aprile 2003, essendo entrato in possesso di una rilevante, per me, somma di denaro, istituii con la Lupano una società in accomandita semplice che acquistò la licenza di un bar sito in Albisola Superiore; sia la costituzione che il successivo acquisto furono fatti a mie esclusive spese. Le quote di proprietà della società erano mie per il 90%, della Lupano per il 10%.

Gli utili venivano ripartiti in percentuale opposta, essendo io titolare di pensione di invalidità e non avendo bisogno di altri introiti ma di conservare il capitale.

La Lupano era unica socia accomandataria e titolare del 90% degli utili avendo bisogno di lavorare e di "marchette".


Oltre a lavorare nel bar per oltre dodici ore al giorno, io tenevo la contabilità dei miei pagamenti in favore della Lupano, dei suoi familiari e della società in modo obiettivamente molto preciso, visto che ne avevo l'interesse.

Sono sicuro, ora, visto il successivo andamento delle cose, che la Lupano già dall'autunno 2003 cominciò ad appropriarsi per i suoi personali bisogni dei fondi sociali, da quando cioè la figlia Roberta Bordino ed il di lei boy-friend, avevano perso il lavoro, ma non il bisogno di denaro.

La Bordino non voleva saperne di venire a lavorare nel bar perché, a detta della madre, "non le piaceva il mio carattere". Io purtroppo controllavo, ovviamente, anche la cassa e la Lupano quindi doveva, come ho già denunciato in altra sede, eliminarmi letteralmente dalla scena per impossessarsi, "legittimamente" e senza dover rendere conto, della cassa prima e della società poi, cose che portò entrambe a buon fine.


La Lupano cominciò, a mia insaputa, a stringere una "affettuosa amicizia" con un cliente del bar.

In questa sede devo tagliare corto. Dirò che me ne fece di cotte e di crude, come si suole dire; non sapevo più da chi guardarmi, e purtroppo l'unica persona che ancora non potevo considerare un pericolo era proprio la Lupano.

Fui da lei sottoposto ad ogni sorta di violenza morale e psicologica, col raggiro mi fece stilare dei "documenti" che poi avrebbe esibito in aula


nei due processi civili – al proposito credo fosse già in contatto con un legale – che Chiarenza e Giugurta avrebbero intentato, dico io, "a mio nome ma non nel mio interesse";

fui malmenato a più riprese, in pubblico, da quello che non sapevo fosse l'amante della Lupano, riportandone lesioni.

Sicuramente il motivo furono le continue e gravi diffamazioni e calunnie di cui fui informato solo in seguito e che i suoi legali non si fecero mancare nemmeno in causa.


Fece anche amicizia col vicebrigadiere Andrea Giordano il quale in un'occasione mi denunciò per due reati diversi, seppure uno depenalizzato – 651 c. p. e 688 c. p. – per gli stessi fatti;

credo che abbia commesso un reato ai miei danni ed abbia ottenuto ciò che la Lupano gli chiese chiamandolo ad intervenire nei locali del bar dove ella mi stava derubando, ovvero la mia intimidazione.

Il vicebrigadiere inoltre omise dalla denuncia del reato più grave particolari significativi che avrebbero portato molto probabilmente il giudice a decisioni diverse.

In quell'occasione la Lupano ebbe la faccia talmente tosta da fare intervenire il carabiniere nei locali dell'azienda dove e della quale ella mi stava derubando, ottenendo incredibilmente lo scopo prefissato.

Della difesa incaricai il Chiarenza.


Naturalmente posso qui parlare perché pagai per entrambi i reati. Da quell'episodio uscii molto malconcio, ma ancora non volevo allontanarmi e lasciare tutto in balia della criminale: avevo investito tutti i miei averi in quell'attività.

Ma la Lupano non demorse e, in un suo delirio di onnipotenza, cercò anche di uccidermi

(non posso provare la cosa, ma testimonianze di persone che colsero sue esternazioni, l'evidente mancanza di scrupoli, l'odio dimostrato allora ed in seguito, la convenienza economica e l'avidità dimostrate, testimoniano in tale senso.)

Ovviamente mi dovetti allontanare dal bar, come dissi al Chiarenza, «per istinto di conservazione».


Dopo pochi mesi, nella primavera del 2005, inviai alcune raccomandate, nella mia veste di socio di maggioranza, alla Lupano quale legale rappresentante della società. Non ricevendo risposta mi rivolsi all'avvocato Chiarenza a cui narrai ogni cosa anche se per sommi capi.

Il Chiarenza prima mi convinse che ero io che avevo rischiato di uccidermi e non la Lupano che aveva cercato di farlo;

credo che la giurisprudenza sia orientata diversamente ed anch'io lo ero, però in quel momento non ero "psicologicamente fragile", ero "psicologicamente distrutto".


Gli chiesi di denunciare la Lupano perché non mi rendeva conto della società e non mi corrispondeva gli utili, ma Chiarenza escluse le vie penali e concluse l'incontro, a cui era presente anche l'Avvocato Giugurta, prima di allora a me perfettamente sconosciuto, con un «dimostriamo la mala gestio della signora e lei si riprende il bar».


Successivamente, però, i due mi fecero firmare due mandati; uno alla persona del Chiarenza e l'altro, a quelle del Chiarenza e del Giugurta, mandati che, mi accorsi dopo mesi, nulla avevano a che fare con la "mala gestio".


Erano due cause di richiesta di restituzione dei prestiti che avevo fatto alla Lupano ed alla società, società mia al 90% che, se fosse stata condannata a pagare, avrebbe fallito.


Molto presto mi accorsi della superficialità (oggettiva) innata (a mio parere) dell'Avvocato Giugurta, ma non riuscii a revocargli il mandato; ora, sì che questo è un paese di raccomandati, ma ecco cosa successe:

cercai di liberarmi del Giugurta, appellandomi più volte al Chiarenza, il quale prima prometteva, ogni volta, che avrebbe preso lui in mano il tutto, per poi farmi ritrovare davanti sempre il Giugurta, un altro incubo senza possibilità di risveglio.


Successe almeno tre volte. In seguito, parlando con diverse persone, avrei detto dello stesso Giugurta che non era persona a cui avrei affidato i miei calzini da lavare, per dire come lo valutassi in fatto di capacità organizzativa in generale, eppure

dovetti affidargli i miei interessi perché entrambi i due, il Chiarenza ed il Giugurta, approfittarono delle mie condizioni psicologiche, esattamente come la controparte da cui avrebbero dovuto difendermi.



D'altronde credo di fare un torto al Giugurta ritenendolo unico responsabile del disastro rappresentato dalle cause: le cause stesse erano improponibili, erano cause senza senso, non era stato chiesto il sequestro conservativo neanche della mia parte di beni sociali, di cui la Lupano si era in parte appropriata, e di cui continuò ovviamente ad appropriarsi, «con calma e continuità nel tempo» come ho descritto la cosa in altra denuncia.



Al proposito delle cause messe su dai due legali (a mio nome ma non nel mio interesse, come dico io) nel 2008 l'avvocato Fxxxxxxx mi avrebbe detto che non mi avrebbe assistito nelle due cause perché erano «cause perse» e perché «non voglio fare brutte figure».

Ma anche l'avvocato Mxxxx Pxxxx del Foro di Savona, che assunse l'incarico successivamente, sfogliando gli atti intercalava frasi del tipo «… ma cosa hanno combinato quei due?!» e simili, peraltro senza cavare un ragno dal buco neppure lui che evidentemente non aveva problemi a fare brutte figure, visto che appunto assunse le cause.

Quando, nella primavera del 2007, mi vennero finalmente i primi sospetti che la Lupano volesse continuare a gestire il bar sfruttandolo fino all'osso perché ormai, grazie alla sua gestione, il suo 10% era praticamente uguale a zero, inviai due comunicazioni al Chiarenza ed al Giugurta per spronarli ad evitare il peggio.

Finalmente riuscii ad incontrarli, dopo mesi che cercavo di parlare con loro senza riuscirci. Credevo, per l'ennesima volta, di parlare solo col Chiarenza ma, vedendo nello studio anche il Giugurta dissi testualmente che non mi rappresentava più. Niente: anche allora non riuscii a liberarmene. Mi toccarono citazioni "dotte" in latino (nell'alta tradizione dell'Azzeccagarbugli manzoniano), ma non riuscii a farli impegnare nella difesa del mio portafogli, anzi! L'avvocato Chiarenza fu impareggiabilmente comico, ora che ci penso (allora non avevo voglia di ridere), quando affermò testualmente che «probabilmente, non si sa mai perché nelle teste dei giudici volano anche le mosche … ma probabilmente dovremmo vincere queste cause». Infine, quando presero piede perché ero smarrito di fronte alle loro palesi frottole, continuarono con metodo mafioso chiedendomi altro denaro; ma non pagai: finalmente, ed era ora, cominciavo a sospettare qualcosa.

I due non si fecero mancare nemmeno gli insulti, uso il plurale perché fui insultato con nettezza solo dal Chiarenza, ma in presenza del Giugurta che non si sottrasse alla collaborazione, anzi.


Il Chiarenza si comportò come tanti bulletti da bar che mi è capitato di incontrare, probabilmente aveva qualche problema di affermazione personale o di auto accettazione per prendersela con una persona perbene come me; d'altronde, si fosse trovato davanti una persona con la sua stessa capacità, inclinazione, propensione e facilità di delinquere, sarebbe stato molto accorto non solo alle frasi usate, ma alle prestazioni professionali che, sono sicuro, sarebbero state impeccabili.

Il clima pesante di intimidazione continuò con la minaccia di abbandonare la mia difesa e dicendo, secondo il manuale del perfetto manipolatore, che proprio alla Guardia di Finanza non dovevo rivolgermi (evidentemente tutti hanno degli scheletri nell'armadio) ma, finalmente rotto l'incantesimo, dovetti più volte dire «Io non ho niente da nascondere!».


Per narrare del ruolo avuto dal maresciallo "Napoli", evidentemente anch'egli amico della Lupano, nella vicenda occorre mettere in sequenza temporale alcuni fatti:


- venerdì 20 aprile 2007 ;

la Lupano firmò, a mia insaputa, un contratto di cessione in affitto di azienda (il "mio" bar) a tale Marcello Lombardo; per tale atto, sarebbe stata condannata in primo grado per truffa nel marzo 2010.

- sabato 28 aprile ;

sentendomi ingannato dalla Lupano ed abbandonato dai miei legali ed avendo deciso di presentare denuncia alla Guardia di Finanza, inviai tre SMS alla Lupano in cui la ammonivo (genericamente) a smetterla di mentire; non scendevo in particolari perché ella sapeva perfettamente che mi stava derubando.

La Lupano, conoscendo la mia natura non violenta e rispettosa delle regole, non poteva assolutamente temere un "danno ingiusto" ex art. 612 c. p.
ciononostante l'appena truffatrice Lupano lo stesso giorno 28 si recò alla Stazione dei Carabinieri di Albisola Superiore dove presentò denuncia per minacce come detto.

Il maresciallo Napoli non effettuò alcuna indagine evitando chissà perché di chiedere quale fosse il movente del delitto, la prima domanda che chiunque si farebbe

- lunedì 30 aprile ;

presentai due esposti alla Guardia di Finanza di Savona

- mercoledì 2 maggio ;

sempre a mia insaputa, il contratto-truffa della "mia" azienda venne depositato alla CCIAA di Savona

- giovedì 3 maggio ;

in una delle udienze delle due cause civili, la Lupano mi truffò ancora facendo rinviare l'udienza, dicendo che erano in corso «concrete trattative» tra le parti, d'accordo con i miei legali

- lunedì 14 maggio ;

finalmente riuscii ad incontrare il Chiarenza con gli esiti descritti

- il 26 maggio :

mi fu notificato l'avviso di garanzia

- il 28 maggio ;

il maresciallo Napoli scriveva al Procuratore della Repubblica che «poiché dalle indagini espletate» [come detto nessuna indagine n. d. r.] «è emersa la fondatezza della notizia di reato» ecc., dichiarando falsamente al Magistrato l'esistenza di prove in modo che fosse iniziato contro di me un procedimento penale

lo stesso 28 maggio,

avvertivo della cosa telefonicamente il Chiarenza chiedendogli nuovamente di intervenire perché mi sentivo molestato (avevo appena compilato l'ennesima dichiarazione dei redditi e di nuovo dovevo pagare le tasse per redditi non percepiti ed anche quello mi era molesto); mi rispose «la signora la denuncia per minacce e lei dice che la molesta?»

Alla faccia dell'avvocato! Detto per inciso, cosa che riferii al Chiarenza, allora assumevo farmaci regolarmente prescritti che possono provocare amnesia, quindi non potevo essere certo, allora, che in un momento di esasperazione avessi veramente minacciato telefonicamente la Lupano: il Chiarenza, al proposito, mi disse di smetterla di prendere quelle medicine, non sapendo fare l'avvocato evidentemente voleva darsi alla medicina


Solo nella primavera del 2011 ho saputo che la denuncia era stata archiviata per "l'infondatezza della notizia di reato".


Posso attribuire frasi ai due legali perché ho registrato diversi colloqui con essi. Infatti, c'è anche di peggio.

Li ho denunciati alla Procura della Repubblica per infedele patrocinio, minacce, ingiurie e violenza privata: tutto archiviato, il Chiarenza è un "pezzo grosso",

è, o è stato, Presidente della Camera Penale di Savona.


É possibile che tutto ciò, si sia dovuto al fatto che il consuocero della mia socia è un Carabiniere in pensione; come un ex carabiniere è anche l’avvocato Chiarenza:

tutto sarebbe perciò avvenuto come "favoritismo" fra ex-colleghi (appartenenti cioè, a due caste/lobby: quella dei Carabinieri e quella degli Avvocati, appunto);

non so come spiegarmi, altrimenti, le ripetute violazioni di leggi e doveri da parte sia di appartenenti all’Arma dei Carabinieri, che degli Avvocati.



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i Dati del Denunciante, inviatici tramite e-mail, sono:

Luigi Porchi
nato a: Reggio di Calabria, il 27 novembre 1954
residente in: Via Lanfranco, 6/1
17011 Albisola Superiore (SV)

e-mail: eipazzisietevoi@yahoo.it

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AGGIORNAMENTO 10-07-11

Ricopiamo la risposta del Sgr Fabio Del Toro, dal sito di Denunceitaliane.it, a beneficio di tutti.

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http://www.denunceitaliane.it/forum/abuso-di-potere-/21-denunciare-un-avvocato-vade-mecum.html?limit=6&start=6#240

Salve signor Del Toro. Io ho denunciato due avvocati: Infedele Patrocinio, Minacce, Violenza Privata sulla base di registrazioni ambientali da me effettuate - penso che fossero configurabili anche i reati di Truffa, Millantato Credito, altri ma la storia è lunga. Adesso vorrei ricorrere alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Potrebbe aiutarmi?

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http://www.denunceitaliane.it/forum/abuso-di-potere-/21-denunciare-un-avvocato-vade-mecum.html?limit=6&start=6#242

A dire il vero, ho già praticato per il mio caso la procedura presso la corte europea dei diritti dell'uomo.

Nel mio caso però sono incappato nella bocciatura più classica: si deve sempre aspettare di aver concluso fino in fondo TUTTE ( e dico assolutamente tutte ) le procedure nazionali possibili

Allora, prima di spendere troppe energie sulla cosa si deve dimostrare a quella corte europea che le cose possibili da fare in Italia sono state fatte tutte.

Se quei signori di Strasburgo si dovessero convincere che uno o più livelli di giudizio interni al nostro ordinamento sono rimasti in sospeso, non perseguiti, la procedura europea si estinguerebbe immediatamente.

Per il momento posso solo dire che ho davvero 18.000 impegni e nuove attività da seguire dunque non potrei e non potrò dedicarmi come vorrei a seguire questa sua vicenda.

Posso limitarmi a un qualche consiglio ogni tanto...
per intanto metto a disposizione questo link: dl.dropbox.com/u/29279042/modulistica.pdf

Si tratta della modulistica ( parziale ) che avevo riempito a suo tempo per aprire la procedura che venne aperta ma che poi non ha sfondato.

ci sentiamo presto

Fabio

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Post Relazionato:
Poliziotti e Carabinieri corrotti in tutta Italia
http://denunceinrete.blogspot.com/2011/03/poliziotti-e-carabinieri-corrotti-in.html

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Link diretto a questo post:
http://denunceinrete.blogspot.com/2011/07/carabinieri-ed-avvocati-corrotti-ad.html
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Quest' articolo, è stato trasformato anche in knol:
http://knol.google.com/k/denunce-in-rete/carabinieri-ed-avvocati-corrotti-ad/fuim2rk2bfhv/27#view
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L'autore ha pubblicato anche su:
http://www.denunceitaliane.it/forum/abuso-di-potere-/238-perseguitato-da-carabinieri-ed-avvocati.html#237

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Vi ricordiamo che la nostra mail dove mandarci le vostre segnalazioni, è la seguente:

Contatto: denunceinrete@gmail.com


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1 commento:

  1. ha ahahahahahahahahha ahahhahahahha hahahhaha ieri mi hanno fermato in bicicletta i carabinieri, ma dico io con tutti gli immigrati ladri che hanno rubato anche a casa mia vengono a fermare me, h aha veramente da ridere poi dici che il cittadino onesto e incazzato nero, e scende in piazza, ma ci credo con questi che dovrebbero proteggerci e non muovono un dito contro chi ruba ma rompono agli onesti lavoratori.

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